martedì 12 febbraio 2013

 alessandria
(il canto del poeta)

ho sognato stanotte nella città di alessandria
i greci di periferia degna stirpe degli antichi greci
mi erano datori di riconoscenza e molte dracme
i greci tutti per me avrebbe attraversato il mediterraneo


mi sono sognato in un palazzo bianco e in rovina – cieco ad un tavolo
in un caffe nel quale sono invecchiati senza riuscire a sapere
e i cani del panettiere e l’orgoglio di konstantinos p kavafis (poeta di fama)
e tutto ciò che può ancora invecchiare in una grande città
come alessandria in un palazzo bianco e in rovina

il proprietario

di un milione di piccolle chiavi arrugginite

i capelli me li accarezzavi tra le lacrime
con i miei occhi azzurri hai iniziato a giocarci
senza fretta e senza troppa crudeltà
di notte di notte nella citta di alessandria



l’amministratore spiega in cosa consta di fatto la sua vita
(resoconto assolutamente onesto)
 
trasportare un vecchio armadio dal salone al ballatoio
perché mi assilla ultimamente
così tanto – solo avevo previsto tutto
fino ai minimi dettagli

“fino al limite oltre il quale non si può passare”

il cervello e il pruneto in fondo al giardino
seta  verde e colpisce il porco dritto sulla zucca!
il lago e l’affollarsi di fantasie oscure: animalesche amore mio

perché di freddo di fame e anche di proiettile
non si muore più – comunque trasportare
un armadio dal salone al ballatoio
e la soglia smussata il sorriso sul punto di rapprendersi
e il piede tira via il piede e accogli gli dei

ho previsto tutto fino ai minimi dettagli
trasportare un vecchio armadio dal salone al ballatoio
la mia vita

darò fuoco ai miei vestiti di nuovo cambierò identità
quanto onore e quanta gloria – ho previsto tutto
“che riposi in pace dio lo faccia riposare in pace
magari avremo anche noi dopo di lui qualcosa da guadagnare”



opinioni in merito a guillaume

cantano i galli. l’alba si avvicina. umile
guillaume tornerà nel grembo di sua madre.
guillaume tra i fiori selvatici. una piccola riverenza
e una manciata di caramelle per guillaume. una bicicletta.


ci aveva avvertito da molto: si avvicina l’alba viene l’alba.
stava sull’attenti con la mano fissata al berretto. il nostro
subalterno guillaume. il bambimo guillaume. questa bestia
senza scrupoli. e ora vola con le nostre ali. con
la nostra bicicletta.



l’amministratore può mettersi nei guai in ogni momento

al diavolo amministratore sono io la realtà proprio la realtà palpabile
manifestazione dell’idea nel sensibile (hegel lezioni fenomenologia)
                           sono quella con le orecchie piccole
                           con leprotti e marmote di plastilina
                           sono quella con le parole più dolci

e se m’innervosisco e passo sul marciapiede di fronte dicendoti
per prima cosa: amministratore non voglio più stare con te
tu che fai? i coniglietti si sciolgono le marmotte fuggono lontano
nel loro paese dove parole dolci non ne senti più
orecchie piccole in cui strillare non ne trovi più

perciò al diavolo amministratore io sono la realtà palpabile
                           sono quella con le orecchie piccole
                           con leprotti e marmote di plastilina
                           sono quella con le parole più dolci



guillaume ha incontrato margareta

da uomo realmente solitario – così come lo rendevano
quasi tutti gli avvenimenti della sua esistenza fino a ieri
guillaume ha iniziato pian pianino a fiorire: ha incontrato margareta

baciando perdutamente i talloni di margareta
quando spoglia margareta sembra levare la pelle al mondo
poi la sua battaglia con l’angelo elie
la grotta e la gola
e il ferro da stiro con cui stira lui la gonna azzurra di margareta

“impara da me ora a guardare
al di là dell’alto recinto il bosco avvizzito – ininterrottamente”




***

non guardarmi quando nudo dalla testa ai piedi
faccio il bagno. non vedrai altro che delle braccia lunghe – stremate
dal lavoro. un’unghia nera . e questa cicatrice rossa
che mi solca il petto. perché non vedrai nulla.


tu guardami quando nudo ai raggi della luna
suono il violino per te. allora vedrai due serpenti involgersi
intorno a te. una stella nera nera. e il frutto rosso
che mi preme la fronte. perché non vedrai nulla

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