4. (arco
di trionfo)
questo
faccio adesso: torno a oltețului 15.
è venerdì
ed è sera.
da venerdì
fino a lunedì non abbiamo più di che vivere.
allora hans
si infuria e compra alcool sanitario
e zoli si
infuria e compra alcool sanitario
ed io mi
infurio e dico anch’io perché
e loro
dicono perché e dopo mescoliamo
tutto con
acqua e cominciamo ad essere felici.
non dicono
più perché, io non lo dico più.
da venerdì
fino a lunedì non ci sentiamo più.
ne
prendiamo una razione ciascuno e cominciamo ad essere
un po’ meno
infelici, un po’ meno vivi.
e fino a
domenica notte tutto è OK
e non conta
se o se no.
si affaccia
hans alla finestra e zoli alla finestra ma
non c’è
nave che appaia da corinto.
e dicono
che non è ancora lunedì e io dico ancora no.
e ad oltețului
c’è di nuovo grande allegria.
viene il
venerdì e da venerdì fino a lunedì
è il nostro
giorno notte giorno libero
e cantiamo da
far tremare le stanze –
marinai
navigati che sperano una domenica di veder arrivare
all’orizzonte,
tra i bloc di colentina,
la nave da
corinto.
e il
lunedì, quando siamo tutti via, alla fine arriva
anche qui
il Figlio a redimere;
con la
camicia sporca, gli occhi gonfi d’insonnia,
con la
bottiglia vuota in una mano, barcollando e borbottando.
si
arrampica per le scale fino alla trecentocinque, allunga la mano e dice:
legami al
suo legno, per dormire un po’anch’io, amico.
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